I tedeschi sono maestri nel confemare lo stereotipo che li riguarda, cioe' di gente precisa, ordinata e disciplinata fino all'eccesso. Due settimane fa, dopo aver circolato per gli aeroporti di mezzo mondo portando con me, in barba a tutte le misure antiterrorrismo, pericolosissimi flaconi di dentifricio, deodorante e crema da barba, sono incappato negli inflessibili guardiani della sicurezza dell'aeroporto di Monaco. Arrivando da Zagabria, con il fiatone per la coincidenza ristrettissima e la prospettiva di doversi fare la consueta mezza maratona dal gate di arrivo (l'ultimissimo del terminal, tipo H-435) fino a quello di ripartenza per l'Italia (l'ultimissimo dall'altra parte, tipo G-763, ovviamente), mi accingo mal disposto all'ennesimo metal detector: tomanta del tetesco: "lei hai dei liquidi?"; risposta mia, solo pensata: "ma che cazzo ne so, e' il quinto o sesto controllo che passo in due giorni, fammi andare a prendere il mio aereo!"; risposta effettiva: "no, non credo" corredata da mia faccia da fintocoglione che non sa di cosa si stia parlando e spera nella clemenza della corte; inflessipile il tetesco: "apra la borsa"; ahi ahi ahi... un pericolosissimo flacone di gel per capelli, una letale crema da barba e un deodorante anti-uomo: disastro! "il cel e' troppo crosso, la crema da parpa e' troppo crossa, e li puttiamo fia. per il teotorante tieni questo sacchettino, stupito italiano." Non essendo in Italia, e non avendo neanche il tempo, capisco che provare a contrattare una punizione piu' morbida sarebbe inutile: addio gel, addio crema! per fortuna eravate quasi terminati!
Ieri ho rifatto lo stesso tragitto: MXP-MUC-ZAG-MUC-MXP, preparatissimo: sacchettino tetesco per cel e schiuma, sacchettino cuchi gelo per teotorante e tentifricio. Tutto bene fino al viaggio di ritorno, quando l'efficienza tetesca colpisce ancora, sotto forma ancora piu' subdola: "questo sacchetto -il cuchi gelo- e' troppo grosso. sono permessi sacchetti di capacita' massima di un litro e secondo me -dice il tetesco- questo e' da due." E beh, che facciamo adesso, chiamiamo qualcuno dall'Istituto Pesi e Misure di Sevres e misuriamo se il sacchetto cuchi gelo "medium" e' da un litro o da due? In questo caso, pero', l'addetto alla perquisa mostra un briciolo di umanita' residua, in questo modo smascherando pero' la totale assurdita' di queste norme: prende teotorante e tentifricio e li ficca a forza nel sacchettino piccolo regolamentare: ho temuto l'esplosione del mentadent! Bello soddisfatto, mi rida' l'agglomerato di pericolose cremine e il sacchetto cuchi gelo vuoto. Io ringrazio con deferenza, mi levo dai piedi, vado a sedermi sulla panchina di fronte ai controlli, rimetto tentifricio e teotorante nel cuchi gelo e me ne vado. Ovviamente, il sacchettino regolamentare si e' semidistrutto nell'operazione e quindi ora m'e' rimasto solo il cuchi gelo.
A riappacificarmi con l'ottusa precisione ed efficienza tetesca ci pensa pero' la clamorosa innovazione che mi attende al gate G63. I gate per i voli in partenza per l'Italia sono relegati in una specie di scantinato adibito a riserva indiana, dove gli italioti vengono raggruppati e tolti dalla vista degli altri rispettabili viaggiatori dello scalo. Nella riserva, gli italioti sono liberi di urlare i cazzi proprio al cellulare e ridere sguaiatamente, bloccarsi di botto alla fine delle scale mobili, leggere la gazzetta coi piedi sulle sedie, farsi un caffe', un grappino o una sigaretta al bar prima di essere imbarcati sugli aeroplanini diretti verso le destinazioni piu' svariate del Bel Paese. Non saprei dire che rapporto ci sia tra questo scantinato e quello adibito ai foli ferso la Cermania allestito a Malpensa (quello dove c'e' la pubblicita' "benvenuti alla deutsche vita"): mi chiedo chi abbia incominciato e quale sia una ritorsione verso l'altro. Comunque, appena discesi agli inferi di MUC, appena di fronte alle scale mobili ci sono un paio delle rarissime prese elettriche dell'aeroporto, a cui poter finalmente attaccare il proprio pc o cellulare. Ovviamente, il viaggiatore dotato di notebook non resiste alla vista di una presa di corrente e ci si accampa immediatamente, seduto in terra come al campeggio. Evidentemente pero', persino nella riserva indiana dell'aeroporto di MUC, un tale degrado (actung actung! cente seduta per terra! aaarrrgh!!!) non poteva essere tollerato a lungo. In un aeroporto italiano, la stessa situazione sarebbe stata accompagnata dalla totale indifferenza, o al limite dalla cattiveria gratuita di qualche addetto che avrebbe provveduto a disconnettere le prese. A MUC invece no: hanno messo quattro tavolini e le sedie, cosi' ora la gente puo' caricare il proprio portatile mantenendo un contegno consono a un moderno paese europeo invece dell'accampamento berbero a cui eravamo abituati. Il giornale e il caffe' gratis come nel resto dell'aeroporto non sono ancora arrivati nella riserva indiana, ma fa niente, dobbiamo saperceli meritare! Crazie amici teteschi! Fi amo!
Ieri ho rifatto lo stesso tragitto: MXP-MUC-ZAG-MUC-MXP, preparatissimo: sacchettino tetesco per cel e schiuma, sacchettino cuchi gelo per teotorante e tentifricio. Tutto bene fino al viaggio di ritorno, quando l'efficienza tetesca colpisce ancora, sotto forma ancora piu' subdola: "questo sacchetto -il cuchi gelo- e' troppo grosso. sono permessi sacchetti di capacita' massima di un litro e secondo me -dice il tetesco- questo e' da due." E beh, che facciamo adesso, chiamiamo qualcuno dall'Istituto Pesi e Misure di Sevres e misuriamo se il sacchetto cuchi gelo "medium" e' da un litro o da due? In questo caso, pero', l'addetto alla perquisa mostra un briciolo di umanita' residua, in questo modo smascherando pero' la totale assurdita' di queste norme: prende teotorante e tentifricio e li ficca a forza nel sacchettino piccolo regolamentare: ho temuto l'esplosione del mentadent! Bello soddisfatto, mi rida' l'agglomerato di pericolose cremine e il sacchetto cuchi gelo vuoto. Io ringrazio con deferenza, mi levo dai piedi, vado a sedermi sulla panchina di fronte ai controlli, rimetto tentifricio e teotorante nel cuchi gelo e me ne vado. Ovviamente, il sacchettino regolamentare si e' semidistrutto nell'operazione e quindi ora m'e' rimasto solo il cuchi gelo.
A riappacificarmi con l'ottusa precisione ed efficienza tetesca ci pensa pero' la clamorosa innovazione che mi attende al gate G63. I gate per i voli in partenza per l'Italia sono relegati in una specie di scantinato adibito a riserva indiana, dove gli italioti vengono raggruppati e tolti dalla vista degli altri rispettabili viaggiatori dello scalo. Nella riserva, gli italioti sono liberi di urlare i cazzi proprio al cellulare e ridere sguaiatamente, bloccarsi di botto alla fine delle scale mobili, leggere la gazzetta coi piedi sulle sedie, farsi un caffe', un grappino o una sigaretta al bar prima di essere imbarcati sugli aeroplanini diretti verso le destinazioni piu' svariate del Bel Paese. Non saprei dire che rapporto ci sia tra questo scantinato e quello adibito ai foli ferso la Cermania allestito a Malpensa (quello dove c'e' la pubblicita' "benvenuti alla deutsche vita"): mi chiedo chi abbia incominciato e quale sia una ritorsione verso l'altro. Comunque, appena discesi agli inferi di MUC, appena di fronte alle scale mobili ci sono un paio delle rarissime prese elettriche dell'aeroporto, a cui poter finalmente attaccare il proprio pc o cellulare. Ovviamente, il viaggiatore dotato di notebook non resiste alla vista di una presa di corrente e ci si accampa immediatamente, seduto in terra come al campeggio. Evidentemente pero', persino nella riserva indiana dell'aeroporto di MUC, un tale degrado (actung actung! cente seduta per terra! aaarrrgh!!!) non poteva essere tollerato a lungo. In un aeroporto italiano, la stessa situazione sarebbe stata accompagnata dalla totale indifferenza, o al limite dalla cattiveria gratuita di qualche addetto che avrebbe provveduto a disconnettere le prese. A MUC invece no: hanno messo quattro tavolini e le sedie, cosi' ora la gente puo' caricare il proprio portatile mantenendo un contegno consono a un moderno paese europeo invece dell'accampamento berbero a cui eravamo abituati. Il giornale e il caffe' gratis come nel resto dell'aeroporto non sono ancora arrivati nella riserva indiana, ma fa niente, dobbiamo saperceli meritare! Crazie amici teteschi! Fi amo!
Commenti
E by the way, t'è andata bene. A Fracoforte si incazzano come delle belve; in confronto quelli di Monaco sono degli angioletti.
il mio collega gerhard mi diceva oggi che a Monaco nell'area riservata ai voli lufthansa mostrano persino un piu' di comprensione. stava per usare la parola "flessibilita'" ma non ce l'ha fatta.