Rassegna stampa

Avevo molto da leggere in arretrato. Ecco "the best of" quello che avevo online.

Rassegna stampa / 1
Finalmente l'Italia viene menzionata all'estero in ambito tecnologico: "La polizia (italiana) dice che i criminali fanno sempre maggior uso del Voice over IP" dicono la BBC, The Register e Network World.

Rassegna stampa / 2
In realta', un po' di Italia c'e' anche quando si parla di cose serie: Vincenzo Iozzo, uno studente del Politecnico di Milano ha mostrato, al Black Hat di due settimane fa, "how to inject malicious code into Mac OS X memory. The method leaves no trace of the code, his presence or any sign the attack occurred, frustrating forensics investigators". "The days when it was redundant to say "Mac" and "secure" are probably gone". Chapeau.

Rassegna stampa / 3
Un paio di segnalazioni dal blog del guru Bruce Schneier.
"The "Broken Windows" Theory of Crimefighting", dove viene segnalata l'attivita' della polizia di Lowell, MA, che ha concentrato i propri sforzi nelle aree degradate della citta', ripulendole sia da rifiuti e macerie che dai delinquenti. "disorderly conditions breed bad behavior, and that fixing them can help prevent crime. [...] The Lowell experiment offers guidance on what seems to work best. Cleaning up the physical environment was very effective; misdemeanor arrests less so, and boosting social services had no apparent impact.". Mi sorprende ben poco "scoprire" che se la citta' e' piu' "bella" i crimini diminuiscono. Anzi, mi sembra talmente banale che dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti. Ma questo non importa ai costruttori di orridi palazzoni o alle amministrazioni comunali che non mantengono pulita la citta'.

"Another Password Analysis" segnala un'altra cosa che sorprende ben poco: dall'analisi di 30000 password del sito phpbb.com emerge che "MySpace requires that passwords "must be between 6 and 10 characters, and contain at least 1 number or punctuation character." Most people satisfied this requirement by simply appending "1" to the ends of their passwords. The phpbb site has no such restrictions—the passwords are shorter and rarely contain anything more than a dictionary word."

Rassegna stampa / 4
Jonathan Stray segnala la notizia per cui un tale James G. Cummings del Maine stava costruendosi una bomba atomica (una "dirty bomb") in casa. Ne conseguono interessanti riflessioni su quali dovrebbero essere le reali preoccupazioni per la sicurezza americana.

Rassegna stampa / 5
Due articoli che ho trovato sul Manifesto e che copioincollo:

20 Febbraio: "E ora Cuffaro vigilerà su Santoro" di Federico Scarcella.
Riporto solo alcuni stralci: "[Toto' Cuffaro] all'indomani della condanna a 5 anni provò ad annegare l'amarezza nei cannoli, festeggiando con gli uomini del suo entourage, ufficio stampa compreso. [...] E adesso, tornato al senato, si appresta a rappresentare l'Udc in commissione di vigilanza Rai (il partito lo ha designato preferendolo al capogruppo Giampiero D'Alia). "


20 Febbraio: "Il caso e' aperto" di Astrit Dakli
Il processo per l'assassinio politico più grave degli ultimi anni, quello della giornalista critica Anna Politkovskaja, si è chiuso ieri con una clamorosa sentenza di assoluzione per tutti gli imputati. Il delitto resta così, per ora, senza colpevoli, ma occorre sgombrare subito il campo da un equivoco: questa non è una sentenza scandalosa pilotata dai vertici del potere russo, ma è al contrario una buona sentenza, giuridicamente sana, che porta un danno serio a quello stesso potere e ne svela in modo molto chiaro alcuni dei vizi peggiori.Una giuria popolare (già di per sé una novità abbastanza importante nella giustizia russa) ha infatti ritenuto insufficienti e non convincenti le prove portate dalla pubblica accusa, cioè dalla Procura generale, a carico degli imputati; sui quali peraltro pendevano accuse minori (favoreggiamento, in sostanza) dato che la Procura non era stata in grado di arrivare al processo con i nomi del killer e dei mandanti, nonostante varie sparate mediatiche del tipo «li abbiamo presi tutti», rivelatesi poi prive di ogni sostanza. La giuria quindi non ha fatto che il suo dovere, esprimendosi liberamente - e in modo garantista, cioè facendo propri i tanti dubbi sulla reale colpevolezza degli imputati - sulla validità di un debolissimo teorema d'accusa, costruito dalla Procura solo per arrivare comunque a mettere in carcere qualcuno e far dimenticare ai russi e al mondo questo scabroso «caso». Una condanna ai quattro imputati avrebbe fatto certamente più comodo al Cremlino, senza peraltro rendere neanche minimamente «giustizia» ad Anna Politkovskaja.Detto questo, la gravità della situazione è estrema. La sentenza ha reso infatti evidente l'incapacità sistematica della pubblica accusa, in Russia, di svolgere indagini serie, soprattutto quando ci si trova in presenza di delitti «importanti» (ma non solo in quei casi). Decenni di abitudine a una non-giustizia fatta di processi preconfezionati, colpevoli di comodo, condanne indipendenti dalle prove (era così ai tempi di Nicola II, ai tempi dell'Urss, e poi con Eltsin e Putin) hanno abituato gli inquirenti a non fare nessun tentativo autonomo di risolvere il «caso», a qualunque livello, aspettando invece indicazioni dall'alto, dal potere politico - lo zar, il gensek, il presidente o giù giù fino alle autorità locali, per i casi minori. Tanto, il giudice avrebbe poi sanzionato comunque, per disciplina (i giudici dipendono dalla procura generale) o per paura, l'impostazione dell'accusa.È esattamente per questo motivo che dopo la fine dell'Urss la maggior parte dei delitti politici o comunque «eccellenti» non ha avuto un colpevole: non potendo come in passato trovare colpevoli falsi da condannare e non osando - per paura di scottarsi - ficcare troppo il naso nelle alte sfere politiche, militari, economiche del paese, procure e polizia non hanno mai seriamente provato a indagare, lasciando che la gran maggioranza dei casi restasse irrisolta. È questo sistema che di fatto ha dato ai potenti l'impunità, spingendoli sempre più a delinquere con la certezza di poter comunque «risolvere i problemi» con la minaccia, l'aggressione, l'eliminazione fisica. Per cambiare, per ottenere una giustizia che funzioni e che si metta di traverso agli abusi e ai crimini dei potenti, la Russia deve compiere ancora un lungo cammino: paradossalmente, la sentenza odierna va in quella direzione.

Commenti

Anonimo ha detto…
Lowell have been taken over by the gangs!

eh eh eh