Oggi Bruce Schneier ha speso alcune sacrosante parole sulle pratiche poco chiare dei "soliti noti" di Internet, prendendo spunto da un caso in cui i dati personali di ignari navigatori furono venduti a una casa farmaceutica che li ha quindi ovviamente sommersi di spam.
Finalmente, qualcuno osa far notare che anche Google non e' certo esente da comportamenti poco chiari quando si tratta di garantire privacy e sicurezza per i dati degli utenti, dati di cui si ciba voracemente. Anche sui blog del Sole 24 Ore qualcuno ricorda che "Troppa concentrazione nelle mani di un'unica azienda riapre di nuovo la porta al rischio di monopolio [...]. sta di fatto che [...] il compito di conservare e trasmettere il sapere dell'umanità coincide con la ragione sociale di una società quotata in borsa. Ed il mercato, come abbiamo visto di recente, non è sempre infallibile come si pretende."
Mi fanno sorridere le infinite discussioni intorno ai Termini di Servizio di Facebook, o il costante coro di lodi riservato a Google dai mass media e da gran parte degli utenti Internet, che magnificano i servizi "gratis" che "Big G" generosamente ci dona. Purtroppo, noto che la stragrande maggioranza delle opinioni e delle discussioni a riguardo soffre di pesanti limitazioni di vedute: tutti si gettano a pubblicare le proprie foto su Facebook, Flickr, eccetera, e poi si scandalizzano per le violazioni della privacy. Tutti contro la Deep Packet Inspection ma nessuno ha nulla da ridire contro la pubblicita' "targeted" di Google. Si corre a pubblicare la propria posizione su Latitude o a comunicare gli affari propri in tempo reale su Twitter, ma poi si pretende "privacy" e "neutrality".
Le discussioni sul tema sono sempre, deprimentemente, a senso unico: Linux buono, Microsoft cattiva. Apple figo, Microsoft sucks. Sarkozy cattivo, Google buono. eccetera. Il dibattito e' gestito da fazioni che non fanno altro che propugnare le proprie tesi, solitamente senza nemmeno una buona conoscenza dell'argomento, non parliamo poi di un po' di sano pragmatismo.
Personalmente, l'onnipresenza di Google mi preoccupa. Anzi, mi preoccupa il fatto che tutti si accorra a consegnare i propri dati a questa azienda, cosi' quando ci accorgeremo che il Grande Fratello sara' stato effettivamente instaurato non potremo nemmeno lamentarci, perche' gli avremo dato, volontariamente, tutti i nostri libri, i nostri dati, le nostre foto, i nostri video, il "log" della nostra vita. E lui potra' cambiarli, venderli, cancellarli, a piacimento.
Finalmente, qualcuno osa far notare che anche Google non e' certo esente da comportamenti poco chiari quando si tratta di garantire privacy e sicurezza per i dati degli utenti, dati di cui si ciba voracemente. Anche sui blog del Sole 24 Ore qualcuno ricorda che "Troppa concentrazione nelle mani di un'unica azienda riapre di nuovo la porta al rischio di monopolio [...]. sta di fatto che [...] il compito di conservare e trasmettere il sapere dell'umanità coincide con la ragione sociale di una società quotata in borsa. Ed il mercato, come abbiamo visto di recente, non è sempre infallibile come si pretende."
Mi fanno sorridere le infinite discussioni intorno ai Termini di Servizio di Facebook, o il costante coro di lodi riservato a Google dai mass media e da gran parte degli utenti Internet, che magnificano i servizi "gratis" che "Big G" generosamente ci dona. Purtroppo, noto che la stragrande maggioranza delle opinioni e delle discussioni a riguardo soffre di pesanti limitazioni di vedute: tutti si gettano a pubblicare le proprie foto su Facebook, Flickr, eccetera, e poi si scandalizzano per le violazioni della privacy. Tutti contro la Deep Packet Inspection ma nessuno ha nulla da ridire contro la pubblicita' "targeted" di Google. Si corre a pubblicare la propria posizione su Latitude o a comunicare gli affari propri in tempo reale su Twitter, ma poi si pretende "privacy" e "neutrality".
Le discussioni sul tema sono sempre, deprimentemente, a senso unico: Linux buono, Microsoft cattiva. Apple figo, Microsoft sucks. Sarkozy cattivo, Google buono. eccetera. Il dibattito e' gestito da fazioni che non fanno altro che propugnare le proprie tesi, solitamente senza nemmeno una buona conoscenza dell'argomento, non parliamo poi di un po' di sano pragmatismo.
Personalmente, l'onnipresenza di Google mi preoccupa. Anzi, mi preoccupa il fatto che tutti si accorra a consegnare i propri dati a questa azienda, cosi' quando ci accorgeremo che il Grande Fratello sara' stato effettivamente instaurato non potremo nemmeno lamentarci, perche' gli avremo dato, volontariamente, tutti i nostri libri, i nostri dati, le nostre foto, i nostri video, il "log" della nostra vita. E lui potra' cambiarli, venderli, cancellarli, a piacimento.
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