caudhri

Tra le innumerevoli cose interessanti che I Viaggi di Ibn Battuta mi hanno insegnato, c'e' stato anche il trovare -inaspettatamente- la spiegazione di una curiosita' che avevo da anni: perche' in Pakistan e India e' cosi' diffuso il cognome "Chaudry", presente in tantissime varianti da Chowdry a Chaudrie e Chawdary, e quasi sempre in persone di un certo rango sociale.
La spiegazione l'ho trovata tra le ottime note del libro tradotto da Claudia Tresso, a proposito del soggiorno di Ibn Battuta a Delhi: "Con caudhri si indica in hindi un capo, un personaggio eminente." Fantastico.

Le note a questa edizione dei Viaggi di Ibn Battuta sono un vero libro nel libro e fanno scoprire la soprendente quantita' di parole italiane provenienti dall'arabo. Tra le piu' divertenti, camallo: "ricavai in tutto nove dirham - un terzo dei quali se li prese il facchino(*) per averli portati da casa mia al mercato". (*)"Nel testo arabo hammal [portatore], da cui deriva il termine che a Genova designava lo scaricatore del porto. <Facchino> proviene invece dall'arabo faqih [giurista] che designava i legali incaricati di dirimere le questioni doganali nei principali porti del Mediterraneo, con degradazione semantica forse avvenuta nei secc. XIV-XV, quando la crisi economica obbligo' i funzionari arabo-islamici a dedicarsi al piccolo commercio di stoffe, che trasportavano essi stessi a spalle".

Terminati i Viaggi, complici un paio di voli piuttosto noiosi, sono quasi al termine di La Svastica Sul Sole, di Philip K. Dick, che avevo "in canna" da un po'. Mi piacerebbe scoprire la genesi di questo titolo italiano cosi' diverso dall'originale The man in the high castle.
Ovviamente la lettura non e' delle piu' allegre, quindi penso che mi dedichero' ad altro prima di affrontare Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley.


Commenti