rassegna stampa - 2

Mi leggo un po' di articoli arretrati da Il Manifesto, forse l'unico quotidiano italiano "fuori dal coro", cioe' il coro starnazzante dei mass media italiani dove uno indica la luna e tutti giu' a parlare del dito.

"Verdi verso la scissione", del 10 Ottobre. Fa ridere che un partito, che altrove riscuote consensi mentre in Italia grazie a una gestione demenziale s'e' praticamente autoescluso dalla politica (avendo preferito sparire dal Parlamento piuttosto che allearsi con altre forze), trovi la forza per scindersi. Pare che non solo ci sia una corrente di "maggioranza", ma ben due "opposizioni interne". Che pena.

Circa l'attentato alla caserma a Milano, articolo del 13 Ottobre: "Non ha precedenti penali. Non è un «clandestino». Non ha in tasca nessun biglietto del treno Napoli-Milano. Non ha gridato nessuna frase sul ritiro delle truppe dall'Afghanistan. In casa sua non nasconde nemmeno il solito materiale di propaganda (volantini). Insomma, il profilo di Mohamed Game, nel giro di poche ore e per il dispiacere di qualcuno, si trasforma da pericoloso terrorista che confabula di «obiettivi sensibili» (chiedete a quel genio di Rutelli) a semplice «cane sciolto». "

Giusto ieri un amico m'ha detto che "iniziano i lavori del Ponte di Messina" e io ho trasecolato. Si tratta di un chilometro e mezzo di ferrovia spacciato per "propedeutico" al ponte. (15 Ottobre)

Ancora il 15 Ottobre, Alberto Burgio si fa la domanda fatidica "Perché il Pd non attacca Berlusconi?". "Alla luce dei disastri verificatisi in questi non lievi lustri, tale ipotesi appare indubbiamente bizzarra. Se guardiamo allo stato comatoso dell'Italia e alla rovina della sua immagine internazionale, stentiamo a credere che i gruppi dirigenti del centro-sinistra abbiano potuto anche solo prendere in considerazione l'idea di collaborare con la destra, con questa destra, guidata da questo personale politico."
L'articolo introduce le due risposte alla domanda fatidica che vanno per la maggiore, e cioe' 1) il PD ha paura di perdere le elezioni e quindi chi glielo fa fare di far cadere berlusconi e 2) D'Alema e soci si credono dei gran furbi e aspettano che Berlusconi si affondi da solo. Burgio quindi presenta una terza, inquietante, ipotesi. Che pero', piu' uno ci pensa, piu' sembra quella piu' ragionevole: Berlusconi con la sua corte di "destra" e la classe dirigente di "sinistra" hanno perseguito insieme un programma politico condiviso. Tutto qua. Complici, dal primo momento.

"Sale spontaneo un pericoloso senso dell'inutilità del fare". L'articolo del 16 Ottobre di Annamaria Rivera cita Massimo Fusillo circa la rifascistizzazione dell'Italia e nota: "Di fronte a questa mutazione, avvenuta per tappe progressive e con la complicità, attiva o implicita, dello schieramento "democratico" e di alcuni degli opinion leader che oggi gridano all'emergenza-razzismo [...], una sinistra degna di questo nome dovrebbe interrogarsi sulle proprie responsabilità. Farebbe bene a chiedersi se non abbia contribuito, sia pure «solo» per inettitudine o subalternità, a porre una pietra tombale su ogni tentativo di opporre le ragioni della cittadinanza, dell'uguaglianza, dell'inclusione sociale a quelle della segregazione, della criminalizzazione, della persecuzione dei migranti e delle minoranze."

"Il giudice Mesiano spiato da Canale 5". Il Garante della Privacy interviene, Mediaset contrattacca. (17 Ottobre) Ho scoperto la vicenda dai commenti pubblicati su Internet, visto che mi guardo bene dal seguire Canale 5 (e peraltro anche tutto il resto della televisione). Noto solo l'ennesima mossa del ben noto copione piduista berlusconiano secondo il quale si deve dire tutto e il contrario di tutto, e usare a proprio favore le critiche ricevute e gli argomenti del nemico. Proprio in un periodo in cui si dibatte (per quanto si possa "dibattere" sui mosci quotidiani italiani) di "liberta' d'informazione", le reti TV di Berlusconi si incaricano di spingere tale liberta' fino al paradosso, di trascinare i telespettatori imbesuiti nel sillogismo malato del "prima volete la liberta' di stampa e poi ce la menate se pediniamo un giudice? ma allora non vi va mai bene niente!".

E, per ultimo, c'e' un articolo che andrebbe ricopiato tutto, in questi tempi di scarsa memoria. 17 Ottobre: "È stato l'unico premio Nobel per la pace italiano, nel lontano 1907. Ma di lui si è persa ogni traccia: non una scuola, un parco pubblico o una strada intitolate a suo nome. Solo un francobollo nel '63. Ecco chi era Ernesto Teodoro Moneta."
Moneta su Wikipedia.

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