Brave new world revisited - 3 di 3.

Huxley intitola "Che fare?" l'ultimo capitolo di Ritorno al mondo nuovo.

"Se vogliamo evitare una tirannia di questo tipo, dobbiamo senza indugio cominciare a educare noi stessi e i nostri figli alla liberta' e all'autogoverno. Tale educazione alla liberta' dev'essere [...] educazione anzitutto sui fatti e sui valori: sui fatti della diversita' individuale e dell'unicita' genetica, della tolleranza e della reciproca carita' che da quelli derivano quali corollari etici. [...] Gli effetti della propaganda falsa e perniciosa si neutralizzano solo con un completo addestramento all'arte di analizzarne le tecniche e smascherarne i sofismi." Con questa definizione, Huxley coglie il principale problema della nostra societa' odierna: l'incapacita' del cittadino medio di distinguere il falso dal vero, la sincerita' dalla malafede, il buono dal cattivo, nella valanga di messaggi da cui e' sommerso giornalmente dai mass media. Il cittadino non ha piu' i mezzi intellettuali necessari a discernere autonomamente i fatti dalla propaganda, e nemmeno per accorgersi di quando i fatti gli vengono del tutto nascosti.

Cinquant'anni fa, Huxley disegnava cio' che abbiamo oggi sotto gli occhi: "Le costituzioni non si abrogheranno e le buone leggi resteranno nel codice; ma tali forme liberali serviranno solo a mascherare e ad abbellire una sostanza profondamente illiberale. [...] e' probabile che nei paesi democratici noi assisteremo al rovescio del processo che fece dell'Inghilterra una democrazia, serbando intatte le forme esteriori della monarchia. [...] crescendo l'efficacia dei mezzi per la manipolazione dei cervelli, le democrazie muteranno natura; le antiche, ormai strane, forme rimarranno: elezioni, parlamenti, Corti Supreme eccetera. Ma la sostanza, dietro di esse, sara' un nuovo tipo di totalitarismo non violento. [...] Radio e giornali continueranno a parlare di democrazia e di liberta', ma quelle due parole non avranno piu' senso. Intanto l'oligarchia al potere, con la sua addestratissima elite di soldati, poliziotti, fabbricanti del pensiero e manipolatori del cervello, mandera' avanti lo spettacolo a suo piacere."

E quindi, che fare? L'ambiente: "noi dobbiamo, con la massima prontezza, accrescere la produzione di generi alimentari, avviare e portare avanti una politica mondiale per la conservazione del suolo e delle foreste; creare surrogati opportuni ai nostri carburanti, se possibile meno pericolosi e meno esauribili dell'uranio; amministrare oculatamente i minerali disponibili, e intanto escogitare metodi nuovi e non troppo costosi per l'estrazione di questi minerali da fonti sempre meno pregiate [...]." La politica: "in pratica, la storia dei nostri giorni ce lo ha dimostrato piu' volte, il diritto di voto in se' non garantisce la liberta'. Percio' chi vuole evitare la dittatura per referendum, spezzi i collettivi della societa' moderna, di carattere solo funzionale, in tanti gruppi che si autogovernino e cooperino volontariamente, e riescano a funzionare al di fuori del sistema burocratico della Grande Impresa e del Gran Governo." Le citta': "Sovrappopolazione e superorganizzazione hanno prodotto la metropoli moderna, nella quale e' diventata pressoche' impossibile una vita umana piena, fatta di rapporti personali molteplici. Percio', chi non vuole l'immiserimento spirituale degli individui e delle societa', lasci la metropoli e dia nuova vita alla piccola comunita' provinciale [...]."

"Gli antichi dittatori caddero perche' non sapevano dare ai loro soggetti sufficiente pane e circensi, miracoli e misteri. [...] In passato liberi pensatori e rivoluzionari furono spesso i prodotti della educazione piu' ortodossa e piu' osservante. [...] Ma sotto un dittatore scientifico l'educazione funzionera' davvero e di conseguenza la maggior parte degli uomini e delle donne cresceranno nell'amore della servitu' e mai sogneranno la rivoluzione."

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