Democrazie in pericolo

Leggere libri come Il secolo breve di Hobsbawm e' un'esperienza gratificante perche' puoi vedere al lavoro un cervello pensante su una imponente base di dati per giungere a conclusioni illuminanti.
La prima parte del libro, oltre a farmi riflettere sui radicali cambiamenti morali e culturali portati dal Novecento, contiene alcune pagine di analisi sul crollo delle democrazie occidentali tra le due guerre mondiali che contengono materiale molto attuale.
Circa il primo punto, due cose mi hanno colpito: una e' che per la prima volta nella storia moderna le guerre si sono combattute direttamente sulla pelle della popolazione civile; mentre la civilta' occidentale dell'Ottocento aveva codificato una serie di principi morali e legali volti a codificare la guerra come scontro formalizzato tra eserciti avversari, con l'avvento dei bombardamenti aerei assistiamo all'utilizzo delle vittime civili come arma per la sconfitta totale del nemico; una cosa che oggi ci sembra normalissima ma che per l'uomo del 1914 costituiva il ritorno a una barbarie che si pensava ormai superata. Analogamente a questo, un altro fatto apparentemente dato per assodato al giorno d'oggi nella nostra societa', cioe' l'emancipazione femminile e la partecipazione delle donne alla vita lavorativa, e' invece un'evoluzione parzialmente accidentale dovuta alla necessita' di far funzionare le fabbriche durante i conflitti mondiali mentre tutti gli uomini erano al fronte. Pensiamo alle enormi conseguenze in questo campo causate dalle due guerre mondiali, e a come sarebbe la nostra societa' oggi "se"...
Venendo al secondo aspetto, vale la pena di ricordate che questo libro fu scritto nel 1994; nel descrivere quella che definisce l'Eta' della catastrofe, Hobsbawn descrive le condizioni che portarono al crollo delle democrazie occidentali e all'avvento delle dittature fasciste. Questi paragrafi contengono molti avvertimenti che sarebbero utili ai governanti e all'opinione pubblica di oggi: "nell'Eta' della catastrofe raramente esistevano le condizioni per rendere praticabile e tanto meno per rendere efficace il sistema democratico. La prima di queste condizioni era che tale sistema fosse legittimato da un generale consenso. La democrazia si fonda in se stessa su questo consenso, ma non lo crea; soltanto nelle democrazie stabili e di lunga tradizione il meccanismo di votazioni regolari ha dato ai cittadini ... il sentimento che le consultazioni elettorali legittimano il governo che da esse scaturisce. ... Almeno dieci degli stati europei dopo la grande guerra erano o interamente nuovi o cosi' mutati rispetto all'assetto precedente da non poter accampare alcuna particolare legittimazione davanti ai cittadini. ... La seconda condizione ... era che ci fosse compatibilita' fra le varie componenti del "popolo", il cui voto sovrano doveva determinare il governo comune. ... Quando il voto democratico attraversava le linee di divisione della popolazione o quando era possibile conciliare o stemperare i conflitti, li' la democrazia era praticabile. Pero', in un'era di rivoluzioni e di tensioni sociali radicali, di norma la politica rifletteva la lotta di classe e non la pace sociale. L'intransigenza ideologica e di classe poteva distruggere il regime democratico. ... La terza condizione era che i governi democratici non dovevano svolgere un'ampia attivita' di governo. I parlamenti erano stati creati non tanto per governare, quanto per controllare il potere dei governanti, una funzione che appare ancora evidente nei rapporti fra il congresso e il presidente degli Stati Uniti. I parlamenti erano marchingegni escogitati per fungere da freni, che si ritrovarono a dover funzionare come motori. ... La quarta condizione era la ricchezza e la prosperita'. Le democrazie degli anni '20 andarono a pezzi sotto la tensione di movimenti rivoluzionari e controrivoluzionari o di conflitti nazionali; quelle degli anni '30 , sotto la tensione della crisi. ...Perfino i conflitti nazionali divengono piu' controllabili, fintanto che i rappresentanti politici di ogni minoranza possono sfamarsi alla mangiatoia comune. Mancando queste condizioni la democrazia rischiava di essere sempre piu' un meccanismo per formalizzare le divisioni tra gruppi inconciliabili. Molto spesso, anche nelle migliori circostanze, la democrazia non produceva affatto una base stabile per un governo, specialmente quando la dottrina della rappresentanza democratica veniva applicata nelle versioni piu' rigide del sistema proporzionale. Dove, in tempi di crisi, non era disponibile alcuna maggioranza parlamentare, ... la tentazione di guardare altrove era assai forte."

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