Deepity

Tempo fa un amico ha condiviso su Facebook il seguente brano, preso da una rubrica di Repubblica. Lo riporto tutto, perché è importante leggerlo bene.

PERCHÉ la passione ha ragione anche quando ha torto. Perché è meglio sbagliare per slancio ed entusiasmo che prenderci per calcolo mentale. Perché c' è nella passione una profonda saggezza vitale, non quella parzialissima del pensiero logico e concettuale. Il primato della ragione, dicono. Ecco, no: o meglio, sì alla ragione, naturalmente e assolutamente, ma no, proprio no, al suo primato, no ad affidarle il posto di comando. Perché l' ultima volta che ho controllato, i sistemi (politici, sociali, culturali) fondati sulla pretesa di razionalità avevano combinato guai quasi pari a quelli dove razionalità non sapevano neanche come si scriveva. E poi con tutte le sue innegabili virtù, la ragione lascia immancabilmente scoperto tutto quel bisogno di sentimento, magico, misterico, che - piaccia o no - è ingrediente imprescindibile della natura umana. Non sto certo proponendo di sostituire alla parzialità della ragione un' altra parzialità, per quanto più calda e affettiva. È chiaro che è quando passione e ragione si mettono se non altro a frequentarsi e meglio ancora a flirtare, che facciamo quel salto di qualità cognitivo e antropologico che è la migliore espressione di noi stessi. Però alla fine a dare lo slancio, il ritmo, l' intensità, la condizione atmosferica, la volontà di potenza, il superiore senso vitale, sono sempre e solo e definitivamente le grandi passioni. La passione può anche essere eccessiva, scentrata, sfrontata, anche sciocca, ma ha ragione, sempre.

La lettura di questi paragrafi mi ha fatto venire in mente tre cose, in ordine:
1) Un'altra cosa che ha sempre ragione anche quando ha torto è la violenza. Se ti prendo a bastonate, ho ragione anche se ho torto. Perché è meglio prenderti a bastonate piuttosto che avere ragione e basta. E' chiaro che se la passione ha sempre ragione - anche quando ha torto! ogni idiozia può essere giustificata dalla passione. Mi sono schiantato ai duecento all'ora perché la moto è la mia passione. Ho menato mia moglie perché accecato dalla passione. Ho accoltellato uno perché, che ci vuoi fare, il calcio è la mia passione: eccessiva, scentrata, sfrontata e sciocca.
2) Mi meraviglia (non troppo, a dir la verità) che i maggiori quotidiani nazionali pubblichino roba di questo tipo. Non tanto per il contenuto - ognuno è libero di filosofeggiare nella maniera più strampalata che crede - ma per la prosa. "Non sto certo proponendo di sostituire alla parzialità della ragione un'altra parzialità, per quanto più calda e affettiva. È chiaro che è quando passione e ragione si mettono se non altro a frequentarsi e meglio ancora a flirtare, che facciamo quel salto di qualità cognitivo e antropologico che è la migliore espressione di noi stessi." E' chiaro.
3) La chiave di lettura più importante, però, me l'ha data l'articolo di Daniel Dennett pubblicato su Internazionale due mesi fa. Dennett introduce il concetto di "deepity", che trovo descriva esattamente ciò che penso io di un'affermazione come "la passione ha ragione anche quando ha torto". Trascrivo:
"...una deepity [...] è una proposizione che sembra importante, vera e profonda, ma produce questo effetto solo perché è ambigua. Secondo un'interpretazione, è palesemente falsa ma se fosse vera sarebbe sconvolgente; secondo un'altra, è vera ma è irrilevante. L'ascoltatore incauto coglie il bagliore della verità della seconda interpretazione e la devastante importanza della prima, e pensa: "Accidenti, questa è una deepity". Ve ne faccio un esempio [...]: Amore è solo una parola. Accidenti! che verità cosmica. Sconvolgente, vero? Sbagliato. In base alla prima interpretazione, è manifestamente falsa. Non so bene cosa sia l'amore - forse un'emozione o un legame affettivo, forse un rapporto interpersonale, forse lo stato più alto che la mente umana può raggiungere - ma tutti sappiamo che non è una parola. Non troviamo l'amore nei dizionari. Possiamo arrivare all'altra interpretazione avvalendoci di una convenzione che piace molto ai filosofi: quando parliamo di una parola, la mettiamo tra virgolette, quindi "amore" è solo una parola, "cheeseburger" è solo una parola, "parola", è solo una parola. Ma non è corretto, direte voi. Chiunque abbia dichiarato che amore è solo una parola di certo intendeva dire qualcos'altro. Senza dubbio, ma non l'ha detto."

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