Dinamiche

Stamattina mentre stiravo riflettevo su certe dinamiche aziendali di creazione del consenso e su come esse vengano utilizzate ormai comunemente nelle sedicenti democrazie occidentali per alimentare il sostegno ai loro leader.
In pratica, funziona così: il capo prende la decisione arbitraria di fare la cosa "A" e la condivide con un ristretto numero di collaboratori e fedeli sottoposti in modo da avere un minimo consenso iniziale; in seguito, la comunica ai livelli più bassi della scala gerarchica, sollecitando pareri a proposito; a questo punto scatta il meccanismo perverso: chi propone pareri o anche piccole critiche alla cosa "A" viene accettato, mentre chi sostiene che si sarebbe dovuto fare "B" non è altro che un bastiancontrario. Il meccanismo alimenta il consenso verso la decisione del leader, in quanto chi esprime opinioni ortodosse viene premiato e chi è in disaccordo non ha altra opzione (soprattutto in azienda) che rientrare nei ranghi e abbandonare le tesi divergenti dalla "strategia" accettata; grazie a questo meccanismo, inoltre, la necessità di reprimere il dissenso è sempre minore, grazie appunto al fatto che i dissenzienti non hanno alternative all'omologazione.
L'effetto nelle aziende è la stagnazione; nei sistemi politici, la dittatura di fatto.

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