Il capo

Quando ho iniziato a lavorare, nel secolo scorso, era inaudito che il tuo capo potesse essere qualcuno più giovane di te. Oggi non dico che sia normale, ma è molto più comune. E penso che sia un fatto positivo, perché l'anzianità di servizio non è un valore in sè, che va premiato a prescindere dalle effettive competenze.

E' una sfida per tutti, soprattutto per chi, relativamente "anziano", si ritrova a prendere "ordini" da qualcuno più giovane: una situazione talmente inedita e impensata da causare serie difficoltà relazionali.

Naturalmente, la medaglia ha anche un'altra faccia: spesso ci si dimentica che esistono pur sempre delle competenze, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle persone, che si acquisiscono per forza di cose solo con l'esperienza. Le professioni ad alto contenuto tecnologico sono quelle dove è maggiore il pericolo di affidare compiti manageriali a persone impreparate al ruolo. Oggi è possibile padroneggiare gli strumenti tecnologici (e finanziari, ed economici) in brevissimo tempo, contrariamente a quanto accadeva e accade tuttora coi lavori manuali; un altissimo livello di preparazione tecnica può essere raggiunto in tempi brevissimi da soggetti portati e motivati, non così gli skill necessari a gestire altre persone. Da qui il rischio di avere in azienda persone preparatissime tecnicamente che rimangono comunque insoddisfatte e frustrate perché non ricoprono un ruolo "di responsabilità" all'interno dell'organizzazione, o, al contrario, magnifici nerd che vengono trasformati in manager disastrosi da una promozione inopportuna. 

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