Mi è arrivata la mail con la quale il manifesto mi chiede di rinnovare l'abbonamento. Non rinnoverò l'abbonamento cartaceo, per vari motivi, i principali dei quali sono che 1) il quotidiano mi arriva in una busta di plastica, e non mi va di buttare plastica nell'immondizia tutti i giorni; 2) c'è troppa cronaca politica (che come sappiamo, in Italia, è la cronaca del nulla) e troppo poche notizie; 3) mi causa troppo dolore leggere la prosa sconclusionata degli articoli di cronaca e politica, zeppi di frasi involute, errori di grammatica e refusi. Se invece di rinnovare l'abbonamento, potessi pagare lo stipendio a un correttore di bozze al manifesto, lo farei.
Farò comunque l'abbonamento alla versione digitale, perché 1) il manifesto ha l'app e il sito di gran lunga migliori di tutti i quotidiani italiani; 2) i suddetti quotidiani italiani sono anch'essi pieni zeppi di castronerie, prosa zoppicante, refusi ed errori, tutti, nessuno escluso; 3) il manifesto ha delle validissime pagine culturali ed economiche; 4) il manifesto fa spesso delle prime pagine argute o spiritose e conia slogan originali e provocanti; 5) il manifesto è una delle pochissime voci fuori dal deprimente coro dei mass media italiani: quotidiani che non sono altro che pesanti malloppi di carta pieni di cronaca nera, pubblicità, servilismo e scritti da parrucconi ancorati a schemi mentali che è un complimento definire conservatori.
Il mio problema è quello di essere abbonato anche al New York Times, e avere ogni giorno (beh, insomma, diciamo "periodicamente, secondo i capricci di Poste Italiane") sott'occhio un giornale dai contenuti e dalla forma anni luce migliore di quanto possiamo trovare in edicola in italiano. Pur essendo un giornale americano, il NYT risulta molto più progressista dei nostri quotidiani mainstream, Corriere, Stampa e persino Repubblica. Pur non esente da pecche (ogni tanto qualche "marchetta" sulla presentazione dell'ultimo gadget Apple ci scappa), il NYT mantiene un livello di accuratezza, chiarezza, rilevanza e varietà dei temi trattati semplicemente inimmaginabile nelle redazioni di casa nostra.
Ovviamente non possiamo certo sognare un miglioramento della situazione in una nazione dove le vendite dei suddetti pessimi quotidiani sono in caduta da anni (uniche eccezioni, guarda un po', manifesto e Avvenire) e chi legge legge porcherie come la free press o spende ore assorto sulla Gazzetta dello Sport, dove la maggioranza della popolazione non riesce a comprendere un semplice grafico o tabella, per non parlare di frasi più complicate di "accoltella la moglie: arrestato", dove chi scrive sui giornali ignora le regole basilari di una buona scrittura ("mettere il soggetto all'inizio della frase" e cose del genere, lasciamo stare le cinque W) e, solitamente, è costretto a orrende acrobazie verbali perché, in realtà, non ha nulla da dire, una nazione dove c'è gente convinta che il Corriere della Sera sia un giornale "di sinistra" (e mi fa male il cuore solo a scriverlo).
Tutte le ragioni descritte qui sopra sono quelle che mi convincono a dare ancora una volta dei soldi al manifesto, perché è un giornale necessario, perché è un giornale che non è servo di nessuno se non di sè stesso, perché spero che abbiano successo e assumano un correttore di bozze.
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