La lunga strada di sabbia

Quest'estate in vacanza ho letto questo libro basato sul reportage del 1959 di Pier Paolo Pasolini in giro per l'Italia estiva. E' una lettura affascinante, e tra i tanti passi memorabili, me ne voglio segnare qui giusto un paio.
"Corro solo in una notte immensa, sui monti tra Lentini e Siracusa. Di notte si è veramente, totalmente soli. Per più di quaranta chilometri non incontro una persona, una macchina, una luce accesa. Il vento caldo che mi investe è proprio quello dell'Africa: e le montagne intorno sono un solo bosco ininterrotto di piante meridionali".
"Più a Sud di così, è impossibile. Passo Noto, passo Avola. Giungo a Pachino, ch'è una cittadina piena di vita, di gente stupenda: ma non mi fermo, vado ancora più a Sud, arrivo a Capo Passero [...] E non mi fermo ancora: vado più giù, a Porto Palo [...] E non mi fermo ancora: arrivo al porticciolo di Porto Palo, dove la strada finisce contro un muretto lungo il mare [...] E non mi fermo ancora. Lì davanti c'è un isolotto, tutto sabbia e fichi d'india, con una torre barocca."
E non sorprende che un viaggio siciliano come questo richiami una scaletta musicale battiatesca.
"Il vento caldo dell'estate mi sta portando via"

"Ed era come un mal d'Africa"

"Vivere più a Sud per trovare la mia stella"

"Ostia, giugno

Il Grande Formicaio s'è mosso."

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