La sera del fatidico 13 Novembre scorso ero a letto a scorrere Twitter sul mio telefono e ho quindi seguito in quel modo le stragi di Parigi. Mi sono tornate in mente quasi subito le parole della canzone: "Non riesco a credere alle notizie di oggi, non riesco a chiudere gli occhi per farle scomparire".
Oggi questa cosa m'è tornata in mente ancora cinque minuti fa aprendo il giornale e trovandoci il necrologio di Sir Robert Ford, responsabile della strage del "bloody sunday" del 1972 a Londonderry.
Nella valanga di cose dette e scritte dopo Parigi, che ho cercato di evitare il più possibile, me ne sono appuntate giusto due: una è l'intervento di Renzo Piano, del quale non posso dire di essere un fan, ma che sottolinea come l'urbanistica sia una delle responsabili del degrado da cui nascono i fanatismi, una tesi su cui concordo al 200%; sarebbe ora di concentrarsi sul fatto che la rabbia, il fanatismo, l'ignoranza sono i frutti delle nostre azioni, delle azioni dei nostri politici, quando creiamo ghetti, quando creiamo degrado, quando creiamo disuguaglianze ed esclusione.
Per una serie di collegamenti molto tangenziali, m'è sembrato molto rilevante di questi tempi un editoriale che ho trovato su Internazionale riguardo la questione israelo-palestinese. Anche qui, a mio parere, sarebbe il caso prendere infine atto che la politica dello stato di Israele è parte del problema mediorientale, e come tale va trattata: cercando di correggerla e, dove necessario, osteggiarla. L'articolo l'ho fotografato, e cliccando si ingrandisce e si legge abbastanza bene.
Mi ha incuriosito anche la recensione di un libro dove si parla di esclusione, un altro tema molto importante su cui bisognerebbe concentrarsi, invece di lanciarsi come al solito in vaghe "guerre al terrorismo".
Per quanto ancora?
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