Letture delle vacanze

Giuro che avevo pensato: "niente roba pesante quest'anno, mi prendo un po' di letture rilassanti da spiaggia, poco impegnative". E ho estratto questi:

Ho iniziato con Addio alle armi: l'avevo già letto, probabilmente non tutto, e non m'è piaciuto nemmeno stavolta. C'è chi dà la colpa alla traduzione, a me sembra semplicemente di non gradire lo stile di Hemingway.

Ho proseguito con La lettera scarlatta. Una scrittura ovviamente molto datata, ma alcuni contenuti sorprendentemente moderni, come questo passo in particolare riguardante la condizione della donna nella società:


Sono quindi passato a Il buio oltre la siepe, che non avevo mai letto e mi si è rivelato come un libro scritto eccezionalmente bene. La parte iniziale, con la descrizione della scuola e dei bambini del paese, poi, sembra uscita direttamente dai Peanuts:


La galassia mente di Rita Levi Montalcini l'avevo già letto, ma si è rivelato nuovamente tanto ostico e affascinante quanto la volta scorsa. Una lettura zeppa di termini specialistici che a volte disorientano un po', ma che accompagna il lettore in un viaggio nel tempo dalle origini della vita al momento in cui questo fantastico animale che è l'uomo ha iniziato a usare il suo cervello per capire come funziona il suo cervello.

La raccolta di scritti di Gramsci intitolata Odio gli indifferenti si è ovviamente rivelata una lettura molto interessate, con alcuni singolari punti in comune col libro della Montalcini quando si parla di libero arbitrio, nel caso di Gramsci riferito alle masse arruolate nella Prima Guerra Mondiale. Quante riflessioni su quel fatale periodo storico.

I Cinque romanzi brevi di Natalia Ginzburg li ho abbandonati dopo il terzo, se non sbaglio. Certo, esibiscono una scrittura che, sebbene ampiamente presentata come "giovanile" nell'introduzione e dall'autrice stessa, scorre come l'acqua, ma presentano anche una carrellata di personaggi perdenti, depressi e deprimenti poco consoni alla mia vita di spiaggia.

Il libro di Furedi Il nuovo conformismo vince il premio per la peggior traduzione del titolo originale ("Therapeutic Culture. Cultivating vulnerability in an uncertain age"), battendo persino Il buio oltre la siepe. Vince anche il premio per il maggior peso specifico, tant'è che non sono andato oltre l'introduzione.

Ho terminato Palestina di Joe Sacco a casa. Un libro che andrebbe fatto leggere nelle scuole, che ci presenta la segregazione dei palestinesi a Gaza e nel West Bank, la loro vita misera, e i soprusi dei soldati e dei coloni israeliani, senza mai partire da pregiudizi e senza mai calcare su considerazioni politiche, religiose o ideologiche. I disegni di Sacco sono estremamente eloquenti, senza bisogno di forzature. Una lettura esasperante, ma necessaria. Compratelo.

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