Come evitare di diffondere idee stupide

Ho letto questo articolo e m'è piaciuto così tanto che ne faccio una succinta traduzione/riassunto.

Abbiamo un problema. Troppe persone non sanno come leggere i social media. E sembra che tale ignoranza colpisca quasi tutti, a prescindere dal livello di istruzione, classe economica, età, etnia, vedute politiche o genere.
Alcune persone molto intelligenti stanno aiutando la diffusione di idee molto stupide.
Ma ci sono alcuni passi molto facili che ognuno di noi può fare per affrontare il problema.
Seguendo queste tre semplici indicazioni, possiamo aiutare a risolvere un problema che sta facendo girare la testa ai geni che hanno costruito Facebook e Twitter.
1. No link? non è una notizia! Ogni volta che leggere "BREAKING NEWS" o "ATTENZIONE", dovreste insospettirvi. Prima di leggere il resto della storia, cercate il link. E' rarissimo che comuni cittadini rivelino storie eclatanti. Persino la maggior parte dei giornalisti professionisti non ha l'esperienza o l'accesso alle fonti per verificare un'informazione sensazionale. Nel caso di notizie riguardanti avvenimenti veramente importanti, ci dovrebbe essere un link a una fonte credibile. Ciò nonostante continuo a vedere tweet che non hanno alcun rapporto con la realtà essere retweettati migliaia di volte da persone avrebbero invece dovuto essere più intelligenti di così.
2. Lo sapevo! Se le notizie sui social media si allineano perfettamente con la tua visione del mondo, fermati un attimo prima di fare like o retweet. Perché? Perché tu, come la maggior parte di noi, hai preparato un feed di notizie che conferma cose di cui già sospettavi o che già "sapevi". Se non l'hai fatto tu direttamente (togliendo l'amicizia alle persone che hanno osato discutere di politica sul tuo feed), Facebook e Twitter lo fanno per te. Il problema è che le informazioni sgradevoli e frustranti -non importa quanto accurate- ti vengono attivamente nascoste allo scopo di massimizzare il tuo utilizzo del social media.

3. Perché sto parlando? Uno psicoterapeuta si rese conto che i momenti in cui comunicava più efficacemente spesso accadevano dopo essersi fatto una semplice domanda: "perché sto parlando?". Inevitabilmente, la domanda lo portava a tacere e gli permetteva di assorbire molte più informazioni. Se ci facessimo questa semplice domanda prima di postare o tweettare, sarebbe meglio per tutti. Le ragioni per partecipare alle discussioni pubbliche sono molte, e ognuno più contribuire con qualcosa di utile. Ma là fuori c'è troppo rumore e dobbiamo riflettere più seriamente e realisticamente sul valore aggiunto dalle nostre comunicazioni.

Sono tre semplici regole. Ovviamente, contraddicono tutti i meccanismi che Facebook e Twitter usano per incoraggiare i nostri comportamenti sui social media. 

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