In questo articolo sul manifesto, Gaetano Lamanna fa un efficace riassunto di un pezzo della storia italiana e identifica correttamente una moderna lotta al latifondo.
"Il mito della casa in proprietà, alimentato in tutti i modi nei decenni
passati, è stato il volano di un colossale trasferimento di risorse dal
lavoro alla rendita immobiliare e finanziaria. Mutui casa e canoni di
locazione sono alcuni dei modi di questo trasferimento. La crescita
delle diseguaglianze sociali in Italia è esattamente l’altra faccia
della rendita. La sua impetuosa avanzata è andata di pari passo con la
definitiva chiusura di quel welfare abitativo che pure aveva
contraddistinto la politica italiana dagli anni Cinquanta agli anni
Ottanta. Con la benedizione dei governi che si sono succeduti,
cementificazione e consumo di suolo l’hanno fatta da padroni e i
periodici condoni hanno creato condizioni propizie al proliferare
dell’abusivismo edilizio. Negli ultimi trent’anni in Italia si è
incentivata in tutti i modi la casa in proprietà e ha dominato il più
spregiudicato laissez faire (“ognuno padrone in casa propria”) di
berlusconiana memoria."
"Facendo le dovute distinzioni, i movimenti di occupazione [...] sono paragonabili alle lotte per la
terra dei contadini poveri che nel dopoguerra diedero l’assalto al
latifondo. Anche allora nel movimento erano presenti sacerdoti e tanti
intellettuali di diverso orientamento politico, culturale e religioso.
Nel latifondo si annidava la rendita fondiaria, prima causa di
intollerabili diseguaglianze sociali, della miseria nera e
dell’analfabetismo in cui viveva la grande maggioranza del popolo. In un
contesto mutato, negli edifici inutilizzati o in stato di abbandono si
annida la rendita urbana, anche quella assenteista. Gli occupanti di
oggi sono l’avanguardia della lotta alla rendita, da cui passa gran
parte della politica redistributiva.
La rendita immobiliare non è un concetto astratto. Gli interessi
congiunti di proprietari fondiari, imprese di costruzione e banche sono
all’origine di un’espansione urbana incontrollata, di periferie
degradate, di servizi inefficienti o inesistenti. Sono all’origine del
degrado territoriale ed ambientale, della carenza di alloggi pubblici,
degli sfratti per morosità, delle abitazioni pignorate per
l’impossibilità di onorare il pagamento del mutuo. In una parola, la
rendita urbana ha, da un lato, falcidiato il reddito delle famiglie di
ceto medio per il caro-casa, e dall’altro, ha generato un forte aumento
del disagio e della povertà."
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