androidi

Ho appena letto questo articolo riguardante Erica, l'androide protagonista di un film in prossima uscita. La cosa che mi ha colpito è che l'autore dell'articolo si premura di descrivere i particolari per i quali questo robot è ancora riconoscibile come "non umano", come a voler tranquillizzare il lettore. Più tardi, viene descritto il concetto di "uncanny valley", secondo il quale l'umano si troverebbe troppo a disagio alla visione di un robot "troppo umano".

A me sembra che il pubblico sia pronto ad abituarsi a qualunque cosa, compresi i robot umanoidi "non troppo umani", e la cosa grave è che sottovalutiamo quanto i nostri comportamenti vengano influenzati da ciò che ci viene propinato da cinema e televisione.
Nessuno, oggi, ha niente da ridire su ciò che vent'anni fa sarebbe sembrato di inaccettabile cattivo gusto, dai jeans a brandelli ai corpi ricoperti di tatuaggi o piercing. Gli standard di "bellezza" imposti da televisione e cinema hanno reso "normale" il ricorso alla chirurgia estetica, alle iniezioni di rassodanti vari, e in generale alla tortura del proprio corpo -disturbi dell'alimentazione inclusi- a fini "estetici", producendo esseri che prima avremmo potuto solo classificare come mostri. Lo stesso fenomeno avviene per i comportamenti. Le persone ormai parlano come i protagonisti dei film -doppiati- di Hollywood. Tutte le "tradizioni" consumistiche importate dagli USA sono ormai accettate e non più, semplicemente, ridicole: non mi riferisco a cose inoffensive come mascherarsi da scheletro al 31 ottobre, ma piuttosto a proposte di matrimonio in ginocchio con l'anello in mano, feste di "gender reveal", servizi fotografici al pancione e altre amenità simili.

Quindi francamente sono preoccupato dalla prospettiva che i nostri (vostri) schermi verranno invasi da robot e ologrammi "quasi umani", perché l'effetto sarà, immancabilmente, che tutti noi cominceremo a comportarci sempre più da quasiumani.

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