Pietro Greco - Quanti

Se nel libro di Carlo Rovelli l'autore usava la teoria dei quanti principalmente per avventurarsi in riflessioni psicologiche e metafisiche, in questo caso Pietro Greco si attiene strettamente a quanto promesso dal sottotitolo del libro, cioè la storia della meccanica quantistica.

Per fare un esempio, l'evento chiave della pubblicazione della matematica matriciale di Heisenberg che nel libro di Rovelli costituisce una specie di "big bang" della teoria dei quanti, arriva solo a metà del libro di Greco.

L'intento è lodevole, ma l'esecuzione è purtroppo meno che efficace. Per spiegare ogni singolo passo dell'affascinante evoluzione della teoria, Greco è obbligato a ricapitolare qualche decennio di evoluzioni precedenti, finendo quindi per ripetere infinite volte concetti e aneddoti, anche a distanza di poche pagine. Lo sforzo fatto per non perdere l'attenzione del lettore è notevole ma di poco successo: a fronte di pagine e pagine di tentativi di spiegazioni per non addetti ai lavori, ci si ritrova più di una volta di punto in bianco di fronte a termini o concetti tecnici che rimangono inspiegati.

Il libro appare come un collage di articoli o brevi saggi slegati, se non addirittura di appunti sparsi, ricuciti insieme senza troppa attenzione all'effetto complessivo finale.

L'attenzione del libro è sbilanciata verso i primi decenni del XX secolo, quando la teoria è emersa, e verso il ruolo di Einstein nei dibatti interni ad essa, per lasciare poco spazio alle evoluzioni più recenti. Che sarebbe anche una scelta legittima, se fosse stata eseguita con più sintesi e chiarezza e meno ridondanza.

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