Concerti 1991-1993

Ho riesumato una vecchia agendina sulla quale avevo attaccato i biglietti di alcuni concerti a cui assistetti.

I biglietti si riferiscono quasi tutti al da tempo defunto teatro comunale di Alessandria, una sala grande e bella che nei miei ricordi non ha nulla da invidiare a location più moderne come ad esempio gli Arcimboldi di Milano. Chissà che in futuro non si riesca a farlo rinascere. 

Non ricordo molto di quel concerto dei Nomadi, incluso il fatto che evidentemente fossimo sotto il palco ("settore 1, fila AA") e che a quei tempi ci fosse ancora Augusto Daolio, che avevo visto a Castagnole Lanze nel '90 e probabilmente anche altrove nel frattempo.

Tra l'altro è interessante notare il numero progressivo su ogni biglietto - Alessandria a novembre aveva fatto più di 65000 presenze. Il contrasto coi numeri dell'anno successivo è impressionante e sorprendente.

Il biglietto per Battiato al teatro municipale di Casale Monferrato credo che lo recuperai all'ultimo momento, forse direttamente al botteghino. Doveva essere un posto in piccionaia ma incredibilmente fui dirottato in un posto in platea liberatosi in extremis. La sala è quella di un piccolo teatro classico, con la platea e i palchi, e il concerto consisteva in Battiato, Giusto Pio (se ben ricordo) e un quartetto d'archi. Fu uno dei migliori concerti che io abbia visto, grazie al carisma di Battiato e all'atmosfera raccolta. Ricorderò sempre che Battiato era imbarazzato dalla richiesta di bis che evidentemente non aveva preparato, e quindi eseguì Magic shop una seconda volta.

De André a quei tempi continuava a riproporre gli arrangiamenti PFM dei sui vecchi successi, addolcendo un po' il sound con l'impasto sonoro molto comune tra i cantautori italiani in quel periodo (almeno quelli che ho visto io!). Ricordo Andrea eseguita con le luci di sala accese prima (o subito dopo?) l'intervallo. Ricordo poche parole da parte di un cantautore già in fase di canonizzazione da parte del pubblico mainstream.

Di Gaber ricordo -oltre ovviamente a uno spettacolo perfetto, geniale ed emozionante- l'esecuzione finale di Qualcuno era comunista, per la quale possiamo senza timore utilizzare la frase trita e ritrita per la quale gli applausi fecero venire giù il teatro. Mi ricordo di essere stato ipnotizzato dall'artista sul palco in questo modo solo rarissimamente.
Tra tutti, Fossati era il maestro di quel pastone sonoro a cui accennavo sopra, a base di percussioni attutite, strumenti etnici, bassi e tastiere più evocati che suonati, fino a diventare, meritatamente, l'oggetto del ben riuscito sberleffo di Rocco Tanica. Ricordo che Fossati dedicò La musica che gira intorno, con i suoi uomini sempre poco allineati, ad Augusto Daolio, da poco scomparso.
Finardi avrei certamente preferito vederlo in versione rock, quindi per questo "Acustica" mi accomodai economicamente in seconda galleria. Fu un concerto molto bello comunque, dove Finardi, ancora in gran forma vocalmente, ripropose molti dei sui grandi successi. Ero lì col walkman, dovrei avere le cassette da qualche parte.

Preparato al peggio dai pareri di chi aveva assistito al concerto dell'anno prima (o prima ancora?) nel quale De Gregori non spiccicò praticamente parola, mi ritrovai invece il "principe" in gran forma e chiacchierone, pronto a sottolineare le origini "alessandrine" di canzoni come Il bandito e il campione e Festival. Pur non discostandosi troppo acusticamente dal "pastone" di cui sopra, De Gregori fu anche rock quanto basta, con pezzi come Rollo & his Jets o Adelante! adelante!. Anche di questo ho le cassette.

A proposito di rock, Ruggeri e il suo fido Schiavone sapevano il fatto loro. Ai tempi, Ruggeri faceva una specie di tombola delle canzoni, con una grande ruota sul palco tipo Ruota della fortuna, che veniva fatta girare -se ben ricordo- da qualche fan tirato su dalla platea e indicava la prossima canzone che sarebbe stata suonata. Una sceneggiata, ma tutto sommato simpatica, dal fresco vincitore del Festival di Sanremo.

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