Flow - un film da salvare

L'ultima volta che ho visto un film doppiato in italiano doveva essere il 2010, perché mi ricordo bene (anzi, miricordobbène) l'accento romano di George Clooney in Up in the air. Fortunatamente ci sono bittorrent, le piattaforme di streaming e qualche benemerita sala cinematografica a darci la possibilità di vedere film in lingua originale, scampando allo scempio che viene fatto a dialoghi e recitazioni dai nostri osannati doppiatori.

Intermezzo: al primo che mi dice "eh ma non tutti sanno l'inglese" rispondo chiedendo se allora non ascoltano nemmeno nessuna canzone in quella lingua. A chi mi dice che non riesce a star dietro ai sottotitoli, invece rispondo prima di tutto "sveglia!" e in secondo luogo che allora può benissimo continuare a guardare i film di Ficarra e Picone e amici come prima. Hashtag primagliitaliani hashtag madeinitaly hashtag cancelletto. Fine dell'intermezzo.

Detto ciò, non si riesce a sfuggire a questa idiota italianizzazione nemmeno coi film muti. Cioè, porco cane, Flow è un film d'animazione senza dialoghi, con protagonisti un gatto che miagola e quattro o cinque altre bestie che fanno i rispettivi versi, eppure qualche testa d'uovo (probabilmente della casa di distribuzione) ha dovuto appiccicarci un sottotitolo cretino in italiano: "un mondo da salvare".

Questa cosa mi fa imbestialire, per varie ragioni.

Per prima cosa qualcuno mi deve spiegare perché distribuiamo in Italia un film lettone (ricordo: senza dialoghi e che ovviamente ha il suo bel titolo in lettone: Straume), con il titolo in inglese. Non si poteva certo distribuirlo come Straume: c'era il rischio che qualcuno imparasse una parola lettone. Non si poteva chiamarlo Flusso, o Corrente o, che so, L'onda (che tra l'altro sarebbe stato un bel rimando al romanzo che ha ispirato non poco questo film - anch'esso tradotto a capocchia in italiano), perché, boh, io sospetto che le case di distribuzione siano convinte che lo spettatore medio italiano non sia un grado di concepire un film d'animazione il cui titolo non sia composto da quattro lettere in inglese. Primo esempio di cretineria.

Secondo, e principale, problema: il sottotitolo. Perché perché perché bisogna aggiungere un sottotitolo a un film che non ce l'ha? Evidentemente bisogna farlo perché lo spettatore italiano è scemo e se non gli si spiega un minimo di cosa parla il film, lui a vederlo non ci va. Non sto sostenendo che gli spettatori italiani siano scemi: sostengo che le case di distribuzione li trattano come tali. Non trovo altre spiegazioni. Avendogli dato un titolo in inglese - che serve solo a suonare esotico e a far risvegliare un neurone del telespettatore quando in TV annunciano gli Oscar - è necessario prendere per mano l'aspirante spettatore e suggerirgli che guarda, questo è un film di buoni sentimenti con tanti begli animaletti che vanno a salvare il mondo, vallo a vedere e portaci i tuoi marmocchi, tornerete a casa con la coscienza più pulita. L'alternativa sarebbe che giornali, radio e TV facessero delle recensioni decenti del film e che l'aspirante spettatore prestasse attenzione a quello che gli viene detto, ma naturalmente è un'ipotesi talmente utopistica da far quasi ridere.

Terzo e ultimo, MA COSA CACCHIO VUOL DIRE "UN MONDO DA SALVARE"??? Ma quale mondo? ma cosa? ma l'avete visto il film? Il film è ambientato in un "mondo" -in realtà, un'area geografica non troppo estesa, visto che tutta la vicenda si svolge in pochi giorni e del resto del globo non sappiamo nulla- dal quale gli esseri umani sono spariti da un bel po', e gli animali protagonisti non cercano di salvare proprio nulla, se non la propria pelle. Ma soprattutto: il "mondo" in questione é già bell'e che salvato! la natura è rigogliosa, le acque scorrono cristalline e gli animali se ne trotterellano in giro tranquilli e ben nutriti. Vogliamo piantarla con questo lavaggio del cervello per cui umanità = mondo? Il mondo, se leviamo di mezzo gli umani, si salva da solo in cinque minuti. 

Io credo -spero- che i bambini più piccoli che sono andati a vedere Flow siano usciti dalla sala piuttosto confusi: "un mondo da salvare"? ma non hanno salvato niente! erano tutti felici e contenti! Forse qualcuno si guarderà intorno un po' perplesso chiedendosi se quel "mondo" di prati verdi, ruscelli limpidi e creature felici sia mai esistito in qualche passato remoto, perché oggi sicuramente non esiste più e quindi non possiamo nemmeno più salvarlo.

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