Il futuro senza lavoro, Martin Ford

Ho infine letto questo libro che avevo in lista dall'anno della sua uscita, cioè l'ormai lontano 2015. L'ho letto solo ora perché avevo avuto l'impressione, dalle recensioni lette a suo tempo, di trovarmi alquanto d'accordo con le tesi dell'autore, e trovavo poco utile leggere un libro che mi ripetesse cose che pensavo già. Oggi, dopo l'esplosione mediatica dei sistemi di intelligenza artificiale, mi incuriosiva andare a controllare quanto quelle tesi avessero retto alla prova del tempo.

In breve, Martin Ford sostiene che nel futuro prossimo l'umanità corre il rischio di trovarsi alle prese col fenomeno della disoccupazione di massa causato dalla crescente robotizzazione e automatizzazione di una gamma sempre più vasta di lavori, con gli effetti che possiamo immaginare.

Va detto subito, però, che a giudicare dalle statistiche questi scenari apocalittici sembrano ancora lontani. Ad esempio l'Eurostat mostra una situazione della disoccupazione tutto sommato sotto controllo:

E altre fonti mostrano una crescita dei salari (sempre per l'Europa) non entusiasmante ma costante.

Allarmismo ingiustificato? Scampato pericolo?

Fin dalle prime pagine, Ford segnala l'obiezione più classica sollevata dai tecnottimisti verso i profeti di sventura: il progresso tecnologico, in passato, ha sì distrutto lavori, ma ne ha sempre creati di nuovi: "In effetti, tra i professionisti dell'economia e della finanza esiste una tendenza quasi istintiva a liquidare chiunque sostenga che questa volta potrebbe essere diverso. ... Sarebbe sbagliato, però, applicare lo stesso ragionamento all'impatto del progresso tecnologico". Personalmente, tendo a trovarmi d'accordo con questa tesi, soprattutto perché "tra i fattori destinati a influire sul futuro, le tecnologie dell'informazione occupano una posizione unica in termini di progresso esponenziale".

Tra le cose che questa volta "sono diverse" viene citato anche il valore dell'istruzione superiore, fino a ieri sempre citata come chiave per garantire il mantenimento del benessere ("fate studiare i vostri figli, così avranno lavori più qualificati e guadagneranno di più") ma oggi anch'essa sotto la minaccia dell'automatizzazione: "la realtà è che assegnare più lauree non incrementa la percentuale della forza lavoro attiva in quegli impieghi professionali, tecnici e manageriali che la maggioranza dei laureati vorrebbe ottenere. ... Ci stiamo imbattendo in un limite fondamentale per quanto riguarda sia le competenze delle persone ammassate nei college, sia la quantità di impieghi altamente qualificati che le attenderanno se riusciranno a laurearsi. Il problema è che la scala delle competenze, in realtà, non è affatto una scale: è una piramide, e offre solo uno spazio ristretto al vertice". Neolaureati che finiscono a lavorare nei call center o in impieghi routinari che pochi anni fa sarebbero stati comodamente occupati da un diplomato... suona famigliare?

Le tesi di Ford non potevano che sovrapporsi con la situazione descritta da Pyketty nel suo libro sul capitale. L'automatizzazione di massa causa la disoccupazione o, nel migliore dei casi, la compressione dei salari, che devono continuare a scendere (in termini reali) per sostenere la concorrenza dei software e dei robot. Ciò causa gravi problemi economici nel medio periodo (se la gente non ha più soldi per comprare cose, chi sosterrà la crescita dei consumi di massa e quindi dell'economia globale?) e probabili sconvolgimenti strutturali nel lungo periodo, quando le disuguaglianze di ricchezza descritte da Pyketty avranno infine creato una élite di super ricchi e scardinato i moderni sistemi democratici e meritocratici dei paesi occidentali. Che fare, quindi? Il titolo del capitolo 10 del libro di Ford la dice lunga: "Verso un nuovo paradigma economico". Ne consiglio a tutti la lettura, in particolare della sezione "L'argomento a favore di un reddito minimo garantito", tema sul quale si è parlato tanto, e male, negli ultimi anni.

Che la proposta piaccia o meno, la domanda si pone immediatamente: chi paga? Qui, purtroppo, arrivati a pagina 281 di 294, non si trovano risposte convincenti. Se Pyketty perora lungamente la sua proposta di una tassa sul capitale, Ford si limita a due pagine striminzite e molto vaghe, nelle quali la proposta più dirompente si riduce, ahimé, a suggerire di "rendere più progressivo il sistema fiscale", cioè quella conquista di civiltà, scienza e buon senso che io pensavo acquisita e metabolizzata da tempo ma che invece purtroppo oggi vediamo costantemente sotto attacco dalle forze politiche populiste e conservatrici della nostra nazione e non solo.

Al di là dell'anticlimax conclusivo, il libro contiene una miriade di spunti di riflessione interessanti, ad esempio sul futuro che attende i paesi africani e asiatici in via di sviluppo, o sulle implicazioni del reddito minimo garantito. Me ne sono appuntate alcune qua sotto.

Per concludere, guarda caso il mese scorso l'Economist pubblicava un articolo intitolato "coding the factory of the future" nel quale si passano in rassegna alcune aziende impegnate nella robotizzazione e automazione della costruzione non solo dei prodotti, ma delle fabbriche stesse che costruiranno quei prodotti. Ovviamente l'Economist non può esimersi dal tecnottimismo, ma allo stesso tempo non può nascondere la prospettiva di fabbriche senza persone: "Queste fabbriche del futuro potrebbero essere luoghi quasi deserti, gestiti da un piccolo gruppo di tecnici. Ma grazie al fatto che il software si prenderà cura degli aspetti più complessi della produzione, esse saranno più facili da utilizzare per le persone impegnate a sviluppare e progettare nuovi prodotti. Ciò dovrebbe liberare la loro immaginazione e permetterle di salire a nuovi livelli".

BRANI DAL LIBRO

LE TESI

"Dal punto di vista di moltissimi lavoratori, i computer smetteranno di essere strumenti che accrescono la loro produttività e diventeranno invece degli efficaci succedanei. E' certo che quest'esito accrescerà enormemente la produttività di molte aziende e molti settori - ma ridurrà di gran lunga la domanda di lavoro."

"Il problema è che poiché la tecnologia digitale continuerà a trasformare i vari settori dell'economia, è probabile che i lavori che offrono la fonte principale di reddito spariscano a un ritmo crescente. E perdendo quel flusso di reddito sicuro che le tiene ancorate alla classe media, è probabile che sempre più persone si rivolgano alle opportunità offerte dalla coda lunga dell'economia digitale. Pocchi fortunati saranno protagonisti dei casi di success di cui sentiremo parlare, mentre la grande maggioranza si troverà a lottare per mantenere qualcosa che si avvicini al tipico stile di vita della classe media."

"In un'economia di massa la distribuzione del potere d'acquisto tra i consumatori conta moltissimo, Un'estrema concentrazione del reddito nelle mani di un piccolissimo segmento di potenziali acquirenti finirà prima o poi per mettere a rischio la sostenibilità dei mercati che supportano tali settori." "In un post pubblicato sul blog del Fondo monetario, Berg e Ostry hanno avvertito che l'estrema disuguaglianza dei redditi negli Stati Uniti ha una serie di chiare conseguenze sulle prospettive di crescita futura del paese."

PREMESSE

"è emerso con chiarezza che gli incrementi di produttività che negli anni cinquanta finirono nelle tasche dei lavoratori oggi rimangono quasi interamente in mano ai proprietari delle imprese e agli investitori. ... E' un'era che sarà definita da un cambiamento fondamentale nel rapporto tra lavoratori e macchine. Questo cambiamento finirà per mettere in discussione uno dei nostri più basilari presupporti sulla tecnologia: che le macchine sono strumenti per incrementare la produttività dei lavoratori. Piuttosto, le macchine stesse si stanno trasformando in lavoratori".

"...il caso di Parkdale Mills, uno stabilimento tessile ... . Questa fabbrica impiega circa 140 perone. Nel 1980 il medesimo volume produttivo avrebbe richiesto più di 2000 operai."

"Nel giugno 2013 la Nike ha annunciato che l'aumento dei salari in Indonesia aveva avuto un impatto negativo sui suoi risultati finanziari trimestrali. Secondo il suo direttore finanziario, la soluzione di lungo termine al problem sarà quella di "eliminare dal prodotto la necessità di manodopera attraverso l'ingegneria". L'incremento dell'automazione è visto anche come un modo per evitare le accuse di sfruttamento che spesso vengono rivolte alle fabbriche di abbigliamento nei paesi del terzo mondo."

"Alcuni studi hanno mostrato che la mobilità economica ... è significativamente inferiore negli Stati Uniti rispetto a quasi tutti i paesi europei. ... Dal punto di vista dell'individuo, la disuguaglianza può essere molto difficile da percepire. ... Alcuni sondaggi hanno dimostrato che la maggior parte degli americani sottostima ampiamente il grado attuale di disuguaglianza, e alla richiesta di scegliere da un elenco di opzioni una distribuzione "ideale del reddito nazionale ne indica una che, nel mondo reale, esiste solo nelle socialdemocrazie scandinave."

"E' importante rendersi conto che la crescita del settore finanziario è dipesa fortemente dai progressi delle tecnologie dell'informazione."

"Quando tecnologie come Watson, reti neurali di apprendimento approfondito o motori di scrittura discorsiva vengono ospitati sul cloud, in pratica diventano "mattoncini" utilizzabili per costruire un'infinità di cose in un'infinità di modi nuovi."

PREVISIONI (2015)

"Si può scommettere che quasi tutti saremo sorpresi dai progressi dei prossimi anni e decenni. ...  Anche se le occupazioni che richiedono minori competenze continueranno senza subbio a subire riprecussioni, molti colletti bianchi con un'istruzione universitaria scopriranno che il loro lavoro è sotto tiro. ... Può un'altra persona imparare a svolgere il vostro lavoro studiando una documentazione dettagliata di tutto ciò che avete fatto in pasato? ... Se la risposta è affermativa, ci sono buone probabilità che un giorno un algoritmo possa riuscire ad apprendere in gran parte, o interamente, il vostro lavoro." "Personalmente, trovo piuttosto paradossale che negli Stati Uniti molti conservatori, se da un lato sono irremovibili riguardo alla necessità di proteggere le frontiere da immigrati propensi ad accettare lavori poco apprezzati dai cittadini statunitensi, dall'altro non manifestano preoccupazioni simili per il fatto che la frontiera virtuale sia completamente aperta a lavoratori più qualificati che accettano impieghi senza dubbio graditi ai cittadini statunitensi."

"McDonald's, per esempio, ha annunciato nel 2011 che avrebbe installato schermi tattili per effettuare ordini in 7000 dei suoi locali europei. Quando un dei player più grandi del settore inizierà a trarre grossi vantaggi da una maggiore automazione, gli altri non avranno molta scelta se non quella di seguirne le orme."

"Se la cosiddetta tecnologia di elaborazione del linguaggio naturale ... continuerà a progredire e a raggiungere costi più abbordabili, è facile immaginare che presto gli acquirenti potranno chiedere aiuto ai propri smartphone e tablet proprio come potrebbero chiederlo a un commesso."

"Nel 2013 IBM ha annunciato che avrebbe [fatto un] progetto [che] intende permettere ai negozi online di replicare quel tipo di assistenza personalizzata in linguaggio naturale che si otterrebbe da un commesso ben informato in un negozio fisico. ...  E' solo una questione di tempo prima che funzioni di questo tipo diventino disponibili via smartphone."

"Tra i paradossi dei progressi tipici dell'era dei computer c'è quello per cui se il lavoro diventa più specializzato è probabile, in molti casi, che diventi anche più suscettibile di essere automatizzato."

"All'aumentare delle decisioni fondate sui dati prese dai top manager grazie all'uso di strumenti automatizzati, la necessità di una vasta infrastruttura umana di analisi e gestione diminuirà costantemente. Dove oggi esiste un team di lavoratori della conoscenza ... alla fine potrebbero esserci un unico manager e un potente algoritmo."

"Gli investimenti di venture capital e quelli destinati alla ricerca e sviluppo potrebbero essere riversati in modo spropositato sulle innovazioni pensate appositamente per liberarsi dei lavoratori o per dequalificarne gli impieghi."

"I climatologi ci dicono che con l'incremento della concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera, non dovremmo aspettarci un aumento delle temperature regolare e costante. Piuttosto, le temperature medie avanzeranno in maniera caotica nel contesto di una tendenza al rialzo costellata di fasi stazionarie e, molto probabilmente, di anni o addirittura periodi più lunghi con temperature relativamente fresche. Possiamo anche aspettarci un aumento delle tempeste e di altri eventi atmosferici estremi. Un fenomeno piuttosto simile potrebbe verificarsi nell'economia ..."

"Noah Smith, che tiene un noto blog di economia, ha lanciato in un post del 2014 un avvertimento su un possibile futuro in cui "una massa cenciosa e brulicante di persone comuni si troverà sull'orlo dell'inedia" fuori dai cancelli che proteggeranno l'élite, e "... la tirannia imposta dai robot resisterà ai cambiamenti dell'opinione pubblica, Il popolino potrà pensare ciò che vuole, ma saranno i Signori dei Robot ad avere in mani i fucili. Per sempre"."

"Non è del tutto chiaro come i paesi più poveri dell'Asia e dell'Africa riusciranno a migliorare sensibilmente le proprie prospettive in un modo che non avrà più bisogno di moltissimi milioni di operai a basso costo."

"L'argomento fu sviluppato nel 1993 da ... Vernon Vinge ... scrivendo che "nel giro di trent'anni avremo i mezzi tecnologici per creare un'intelligenza sovrumana. Poco tempo dopo, l'età umana sarrà terminata."

SOLUZIONI PROPOSTE

"A un certo punto potremmo essere costretti a porci un fondamentale interrogativo morale: l'intera popolazione non avrebbe qualche diritto da esercitare sul saldo accumulato sul conto della tecnologia? Ovviamente i cittadini traggono grandi benefici dai progressi accelerati della tecnologia digitale, in termini di costi inferiori, comodità e libero accesso all'informazione e all'intrattenimento. Questo, però, ci riporta al problema che abbiamo citato ...  tutte queste cose non pagano l'affitto alle persone."

"L'ascesa dell'"automazione incentrata sulla tecnologia" ... avvenne almeno duecento anni fa, e non piacque affatto ai luddisti. L'unica differenza è che il progresso esponenziale ci sta spingendo verso il finale di partita. Per qualunque impresa dotata di razionalità, adottare tecnologie che permettano di risparmiare sul lavoro si dimostrerà quasi invariabilmente irresistibile. Per cambiare questa realtà ci vorrebbe molto più di un appello agli ingegneri e ai progettisti: servirebbe una modifica degli incentivi di fondo d un'economia di mercato."

Sugli effetti del reddito universale: "In generale penso che il fatto che alcune persone sceglierebbero di lavorare meno, o magari di smettere, non dovrebbe essere visto in termini universalmente negativi. E' importante tenere presente che gli individui che uscirebbero dalla forza lavoro scaturirebbero da un'autoselezione. In altre parole, sarebbero i membri meno ambiziosi e industriosi della popolazione."

Sulla proposta di "capitale in dote": "Provate a immaginare un futuro in cui le vostre possibilità di sopravvivenza dal punto di vista economico fossero determinate quasi esclusivamente da ciò che possedete; il vostro lavoro varrebbe poco o niente. ...  Se realizzaste un investimento sbagliato o foste truffati da un emulo di Bernie Madoff, l'errore potrebbe facilmente essere irrimediabile."

"Dovremmo piuttosto passare a un regime fiscale che esiga di più dalle aziende che fanno largo affidamento sulla tecnologia e impiegano un numero relativamente basso di lavoratori. Dovremmo infine abbandonare l'idea che tocchi ai lavoratori sostenere i pensionati e a finanziare i programmi di pubblica assistenza, e partire invece dal presupposto che debba essere la nostra economia complessiva a dare questo tipo di supporto."

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